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12 BIZZARRE CURIOSITÀ SULLA COCA COLA

12 BIZZARRE CURIOSITÀ SULLA COCA COLA

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Se c’è una cosa che non andrà mai di moda, sono proprio le nostre amate bibite frizzanti, con i loro sapori zuccherosi ed i loro mille “super poteri” che ci stimolano e ci rendendo pimpanti e svegli. Che sia per la massiva strategia di marketing e commercio dietro a questa nostra passione per le soft drink, o per lo speciale posto che gli riserviamo nel nostro cuore per ogni festa ed avvenimento felice che abbiamo passato con la nostra famiglia o con gli amici trangugiandone litri e litri, è e rimane una verità.

Abbiamo già parlato di molte di queste bevande analcoliche e dei loro segreti e curiosità in questo articolo, ma non potevamo che dedicarne uno speciale per una delle regine delle gazzose, la Coca Cola.

Fresca ed ineluttabile, questa bevanda è di un simpatico color marrone scuro se ci si presta attenzione, anche se per tutti rimane la bevanda nera per eccezione.

Come per la prima parte, e senza perdere altro tempo, andiamo quindi a scoprire che cosa ci può offrire di divertente la storia e la fama della Coca Cola.

1) LA COCA COLA ORIGINALE È SEMPRE STATA VERDE?

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Ricordiamo sempre questa bevanda non solo per il suo sapore dolciastro ed effervescente ma sopratutto per il suo famoso e consolidato color marrone scuro che è ormai un marchio indelebile che la ha contraddistinto tra le innumerevoli soft drink nel mercato.

Tra le tante gamme di colori, dall’arancio della Fanta al giallastro della Schweppes, il nerastro della Cola li batte tutti in esuberanza.

Ma la Coca Cola è sempre stata di questo colore? Ebbene si. Vi aspettavate altro?

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Non esiste una versione originale del color speranza purtroppo…

Questa è una normale e molto diffusa concezione sulla Coca Cola, che probabilmente si originò per la colorazione di alcune delle bottiglie più datate, le quali erano verdi, e potevano dare l’impressione che la bevanda avesse quel colore.

Ci sono stati tempi infatti, agli inizi della produzione e vendita di questa bevanda analcolica e prima che diventasse un prodotto e fenomeno globale così famoso come lo è adesso, dove i produttori si dovevano ingegnare nelle loro abilità di promozione per poter far sì che il loro delizioso prodotto potesse avere successo tra la clientela.

La ricetta è composta da svariati ingredienti, alcuni non proprio salutari come vedremo in seguito, ma quello fondamentale è il “caramello”, usato non come dolcificante come si potrebbe pensare, ma come colorante, il quale rende la bevanda di quel colore marroncino così caratteristico.

E vi starete chiedendo, perché proprio il colore marrone, nella sua anonima e poco gradevole personalità, era stato scelto per conquistare gli occhi ed i palati della gente?

Bisogna sapere che a quei tempi, era molto diffusa un altro tipo di bibita: il . E questo prodotto, sottratto alla Cina dai britannici incapaci di potersi lasciar sfuggire questo elisir dalle terre dell’Asia, era ormai diventata parte integrante dello stile di vita delle persone, che lo bevevano persino come tradizione (Tanto che la nostra percezione del tè è principalmente collegata alla cultura del Regno Unito e non della Cina)

Cosicché il colore bruno del tè vi si accostò inevitabilmente a quello della Coca Cola, che divenne ben presto un successone. O così raccontano.

2) LA COLA E LA COCA

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Sicuramente vi sareste chiesti in qualche momento, leggendo l’etichetta della bottiglia della Coca Cola in quei brevi ed idiosincratici momenti di noia, come mai hanno scelto questo curioso nome per definire il marchio e da dove derivasse, e forse, la prima supposizione che vi sia venuta in mente per la parola coca è stata la “coca” come la si conosce per le strade ed un po’ ovunque; quella sostanza stupefacente conosciuta per il nome comune di cocaina. Ma certo questa non poteva essere l’origine, vero? Oppure si?

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Ed ecco la rivelazione: La Coca Cola, nella sua ricetta iniziale, conteneva effettivamente cocaina, e da lì il nome.

Lo shock è comprensibile, ma è opportuno allegare qualche spiegazione a questo, non per sdrammatizzare il fatto ma per contestualizzare.

Nel non così distante 1885, la Coca Cola era lontana dall’essere l’amichevole compagna delle feste di oggi, prima di tutto perché il suo utilizzo era ristretto a quello medicinale.

Si si, avete letto bene. La Coca Cola era una medicina nei suoi inizi. Potete usarla come scusa la prossima volta che qualcuno vi dice che ne state bevendo troppa.

Il nome infatti enfatizzava i suoi principali ingredienti: la coca, estratta “probabilmente” dalle foglie di coca (dico probabilmente perché la ricetta completa è convenientemente un segreto della compagnia), e la cola dalle noci della pianta della kola. Queste conferivano rispettivamente l’effetto drogante della cocaina e l’effetto energizzante della caffeina ad un sciroppo capace di rivitalizzare chiunque, persino i morti. E voglio sperare, con quello che c’era dentro…

Non è che ci sorprende così tanto però, converrete con me che molti sciroppi e medicinali moderni come quelli per la tosse ad esempio, ci mettono una caterva di sostanze, che tra l’essere malati e la medicina, ci sentiamo tutti dei drogati in stato dissociato. Certo non così allegri come la gente del 1900, ma quasi.

Indubbiamente interessante notare come in quel periodo storico, la società era molto più preoccupata che la gente cadesse vittima dell’alcolismo, e quindi era di maniche larghe per tutti gli altri “svaghi” che non comprendessero bevande alcoliche, dando il via alle droghe “ricreative” ed ad altre stravaganze dell’epoca, se così le vogliamo chiamare.

Strano come i concetti sociali si rigirino senza senso al passo degli anni, vero? E noi che ancora gli stiamo a sentire.

Le droghe non erano mal viste come adesso, ed era più deplorevole l’alcool che delle sostanze “naturali”, per questo il loro uso venne squisitamente abusato.

Le persone rispettabili non bevevano, ma drogarsi era cosa comune e persino utile.

E darci giù pesante con la Coca Cola assumeva tutt’altro significato.

La Coca Cola era il rimedio per i mali e l’elisir che riportava il sorriso sul tuo volto e ti faceva sentire al “top”.

Adesso possiamo finalmente capire quegli spot pubblicitari così esaltati degli attori che, quando la bevono, sembrano sopraeccitati ed euforici. La vera ricetta avrebbe generato anche su di noi lo stesso effetto, ve lo assicuro.

Ovviamente, quando la volubile società di quei tempi prese coscienza che le droghe forse non erano una poi così buona alternativa all’addizione all’alcool, iniziarono le restrizioni e fu qui che la Coca Cola Company, estasiata della rapidità con cui le persone cadevano desiderosi del loro oscuro elisir grazie all’aiuto della coca, di certo presero male questo cambio di moralità improvvisa ed inconveniente.

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Possiamo dire che, secondo alcuni, furono riluttanti alla sua eliminazione dalla bevanda perché senza di essa il marchio della “Coca”-”Cola” perdeva il suo significato e con lui il suo potere economico che aveva assunto in quegli anni, ma sappiamo tutti che fu più una questione legata al fatto che non volevano staccare i clienti dalla dipendenza al loro prodotto che con così tanta facilità avevano ottenuto.

Purtroppo dovettero cedere prima o poi perché videro che la gente iniziava ad essere più “coscienziosa” almeno in questi aspetti pubblici, ma resistettero pensate un po’ fino al 1929 prima di eliminarla definitamente.

Probabilmente videro che era inevitabile, oppure videro che con la giusta manipolazione delle masse e strategia di vendita a livello globale, potevano benissimo fare a meno della dipendenza fisica, e dedicarsi a quella sociale e psicologica, più redditizia, politicamente corretta e molto più difficile da lasciare.

E forse notarono anche che l’addizione agli zuccheri era una droga ben più pesante, pericolosa e che creava più dipendenza della stessa cocaina…

3) LA COCA COLA A NUDO

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Il colore marrone ambrato della Coca Cola dipende da un particolare colorante, uno speciale composto di caramello (il quale approfondiamo nella curiosità numero 9), ma senza di questo, la nostra amata bevanda smetterebbe di essere nerastra e non avrebbe nessun tipo di colore, normalissima come qualsiasi acqua frizzante del supermercato.

Se siete curiosi di vederla “al naturale” però, e vi capita di essere in Asia, non dimenticate di andare a cercare la Coca Cola Clear negli scaffali, la versione della bibita senza alcun colore ma con lo stesso sapore zuccherino che la contraddistingue.

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Certo non vi aspettate granché, perché l’aspetto sarà quello di una acqua gassata, ma certo vi sorprenderà sentire il familiare sapore, che è in tutto uguale all’originale.

È stata prodotta originariamente in Giappone, ma si può trovare anche in Cina e Taiwan se siete da quelle parti.

Un dato storico che riguarda questa versione Clear della Coca Cola, è la peculiare attenzione storica che ebbe assieme al maresciallo dell’Unione Sovietica Georgij Zukov nel periodo della seconda guerra mondiale, che vedendo il grande successo che la bevanda stava ottenendo in tutto il mondo, decise di provarla anche lui.

Purtroppo per motivi politici, ormai la Coca Cola era diventata inevitabilmente simbolo americano, e non si poteva permettere di farsi vedere promuovendo propaganda americana durante i dibattiti politici.

Così usufruì della versione senza caramello, la Coca Cola Bianca, ovvero la moderna versione Clear.

4) SCIROPPO ALLA COCA

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Come abbiamo detto, La Coca Cola era nei suoi inizi patentata come medicinale, ed anche se risulta strano per noi associarla come tale tanto siamo abituati a vederla come una bevanda analcolica, questa veniva letteralmente venduta in tutte le farmacie degli Stati Uniti come sciroppo per la gola e per altri malanni, e date le sostanze di cui era composto all’epoca, questo sciroppo alla caffeina ed alla cocaina aiutava a lenire qualsiasi dolore ed apprensione, e come era ovvio dato il suo elevatissimo tasso di dipendenza, riuscì persino a diminuire l’assunzione della morfina, che allora era un’altra delle droghe in voga, riuscendo persino a sostituirla quasi del tutto tra la popolazione.

La versione originale della ricetta, ma senza le droghe chiaramente, può essere comprata ancora oggi in Atlanta ad un dollaro all’oncia.

5) UN INVENTIVA “TARDIVA”

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Sicuramente l’idea di fare un cocktail di droghe che inibiva i dolori ed accelerava le menti per poi commercializzarlo in massa, fu una trovata molto ingegnosa se pensate, ma anche se l’hanno sfruttata molto bene, in realtà questa invenzione non apparteneva proprio alla Coca Cola Company.

Si potrebbe dire che si “ispirarono” in parte dai francesi, che già molto tempo prima avevano scoperto che le qualità così eccezionali della cocaina ben si accostavano a quelle stordenti dell’alcool, in particolare ovviamente a quelle del vino che tanto apprezzavano, per creare un mix esplosivo non proprio “leggerino”.

E pensate un po’ che, nel 1884, ovvero un anno prima che la Coca Cola Company facesse il suo debutto in società, la compagnia spagnola Kola Coca venne creata, con il loro prodotto principale realizzato con le noci di kola per la caffeina. Pensate che la Coca Cola la acquisì successivamente nel 1953 per coprire le tracce.

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6) UNA GAZZOSA PRIMA DI ANDARE A LETTO

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Se analizziamo la storia delle bevande gassate, noteremo che molti dei marchi più popolari sono nati come dei medicinali, venduti nelle farmacie a bambini ed anziani, e non solo la Coca Cola ma anche bibite come la Seven Up e la Pepsi hanno un passato piuttosto controverso in questo aspetto.

Quindi era normale all’epoca pensare che queste “bevande” effervescenti dagli effetti così “benefici”, facessero addirittura bene al corpo, e venivano perciò somministrati ai pazienti ed alle persone malate.

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Spesso quando ci si sentiva con lo stomaco pesante queste venivano usate come digestivo naturale e come medicine domestiche.

Adesso con tutti gli studi accurati che si sono realizzati, sappiamo molto bene il perché delle loro vantaggiose virtù, dato che le innumerevoli sostanze che contenevano al loro interno erano uniche nel loro genere, e non proprio regolamentari al giorno d’oggi perché alterano lo stato psichico; le comunemente chiamate droghe.

7) LA RICETTA SEGRETA DELLA COCA COLA

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Sugli ingredienti della Coca Cola si basa l’intera egemonia della multinazionale sulle soft drink presenti in mercato, ed è normale se ci pensiamo, che abbiano voluto mantenerla in segreto per riservarsi l’esclusività sul prodotto.

Per quanto ne sappiamo, la grandiosità di questa bibita si riduce alla normale acqua, all’anidride carbonica che gli conferisce l’effervescenza, allo zucchero o altro dolcificante a seconda della versione light zero ecc, un po’ di acido fosforico, il colorante e150d (anche definito come caramello solfito ammoniacale), l’ovvia quantità di caffeina, ed aromi naturali.

Tutto qui. E allora cosa ci impedisce di produrci la nostra Coca Cola artigianale a casa nostra, vi chiederete?

Beh, come forse avrete notato, di tutti gli ingredienti che vi ho elencato, nell’ultimo sono rimasto un po’ vago, e non è stato a proposito.

In quella innocente e semplice denominazione di “aromi naturali” sta la chiave della Coca Cola, in quanto in essa risiede l’aroma 7x.

L’aroma 7x consiste presumibilmente nell’estratto delle foglie di coca, che ancora oggi è utilizzato nella Coca Cola moderna, creato dalla Stepan Company esclusivamente per la compagnia della nostra CC.

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Ovviamente la sostanza drogante presente in essa viene rimossa interamente nel suo processo di raffinazione.

Anche le misure con cui questi ingredienti vengono miscelati tra loro, non ci è nota, per cui si intuisce che il trucco si trovi nella diluizione di acqua gassata e dello sciroppo segreto che viene prodotto solo dalla casa madre.

Si narra che chi riesca ad impadronirsi degli arcani dosaggi, potrà ottenere un potere che a pochi mortali è concesso, ed un era di pace e prosperità regnerà su tutto il creato.

8) LA FREGATURA DEGLI “AROMI NATURALI”

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Tra le tante cose poco etiche che ci rifilano le compagnie e le multinazionali semplicemente comprando quattro cose al supermercato, uno dei nostri “diritti” che ci vengono concessi come consumatori, dovrebbe essere quello di sapere cosa stiamo comprando, a prezzi così elevati perdipiù. Che richiesta così sfacciata ed irragionevole, vero?

Loro malgrado è stata accettata come valida (sempre per questa moralità superficiale traballante che la società aderisce a seconda dell’umore del decennio), e la Coca Cola come tutti i prodotti alimentari e non, sono tecnicamente obbligati a rendere pubblica ed a nostra disposizione la lista della composizione dei loro prodotti, affinché i consumatori possano conoscere le caratteristiche chimiche e l’eventuale effetto durante l’assunzione (vedi allergie, diete o problemi di salute relativi ad essi ecc).

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Ed allora come mai molti prodotti che vengono venduti legalmente, come è il caso della Coca Cola, possono uscire indenni con la trovata dei misteriosi aromi naturali?

È un obbligo di legge, ma sappiamo molto bene che la legge non vale proprio per tutti; non per chi riesce a trovare un modo per fregarla.

Infatti il modo c’è. C’è sempre.

Ed anche quelli della Coca Cola, come un po’ tutti nel mercato, non hanno perso tempo nell’utilizzarlo.

Basta pubblicare gli ingredienti “standard” e non controversi in bella vista sull’etichetta, e limitarsi a nominare con “aromi naturali” tutti quegli ingredienti segreti e non convenienti di cui può essere limitato l’uso.

Perché per gli aromatizzanti guarda caso, non è richiesta trasparenza con il consumatore.

Quindi, è bastato chiamarli aromi a tutto ciò che non si vuol inserire nella ricetta pubblica.

Che simpatica pensata, non vi pare?

9) I MILLE SEGRETI DELLA COCA COLA

Parlando ancora sugli ingredienti della Coca Cola, soffermiamoci un po’ di più sul colorante che ha reso famosa questa bevanda in tutto il mondo: il colorante E150d, nome tecnico per il caramello solfito ammoniacale.

Questo particolare caramello è lontano dall’essere una semplice variante dei caramelli in commercio, perché questo è prodotto tramite una reazione chimica legata all’ammoniaca e come tale è composto da 4metilimidazolo o 4 MEI.

Curiosamente è la stessa sostanza che si trova per esempio nella parte oscura ed annerita dei cibi bruciati, che come sappiamo è cancerogena.

Ebbene sì, non avevamo finito con le sorprese sulla nostra amata Coca Cola ed i suoi misteriosi, saporiti nonché discutibili componenti.

La ragione per cui probabilmente questo è un fatto sconosciuto ai più, è sicuramente dovuta alla censura di marketing che ha attuato la compagnia al riguardo, perché che ci crediate o no, questo fatto è stato denunciato.

Ma, ahimè, solo in California, negli Stati Uniti d’America.

Un comitato di associazioni si è battuta per i diritti dei prodotti liberi da sostanze pericolose per la salute e cancerogene come il colorante e150d e simili, e sono riusciti a liberare almeno lo stato della California da questo dannoso colorante, sostituendolo con un colorante più salutare.

Purtroppo, per il resto di noi che non vivono nella terra del sole e sono ancora sotto la stretta morsa capitalista, dovremmo coesistere con le probabilità di un carcinoma ad ogni sorso della Coca Cola.

10) SFATANDO MITI

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Penso sia arrivato il momento di smentire un’altra delle leggende urbane più gettonate sulla Coca Cola, estendibile anche ad altre bevande carbonate.

Tutti abbiamo sentito dire che con un bicchiere di Coca Cola si digerisce meglio il pranzo, vero?

E ne potremmo avere una conferma date le sue origini come digestivo e medicinale, che sia di fatto così.

Nelle case si è sempre parlato di queste bevande, che essendo acide, riescano a demolire il cibo aiutandone la digestione.

Adesso saprete che è sbagliato dire che con la coca cola si digerisce meglio perché è acida, in quanto in realtà l’unico acido che la compone, come vi ho elencato nella ricetta del numero 7 ovvero l’acido fosforico, ha un pH di 2.4, quindi è molto più acido il valore di pH presente nello stomaco in normali condizioni, che varia dal 1 al 2 di acidità. Giusto per semplice curiosità e paragone, i succhi gastrici possiedono un pH del 1.5.

11) BUON ANNIVERSARIO

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Come breve aneddoto sulla bevanda caramellata, per i 100 anni compiuti dalla Coca Cola Company in tutta la sua ambigua ascesa al successo, nel 1986 in Cile, fu costruita un’enorme scritta del logo della Coca Cola, dalle colossali dimensioni di 30 per 120 metri realizzata interamente da bottiglie della stessa marca, di fatto la più grande al mondo.

Un bel regalo per immortalare questo simbolo internazionale, che con tanti belli slogan e tattiche pubblicitarie si è fatta strada nelle case di milioni di clienti entusiasti.

12) LA SEZIONE “SAPORI BIZZARRI”: COCA COLA EDITION

E come per la prima parte sulle bevande carbonate, anche la Coca Cola ha la sua lista di gusti e versioni, alcuni insoliti ed interessanti.

Dei gusti alla frutta, esiste la Coca Cola alla ciliegia (CC Cherry) e quella al lampone (CC Raspberry), che non so bene come possano accostarsi al sapore della cola ma non si sa mai, bisognerebbe provarla, c’è poi la Coca Cola versione alla pesca che è un sapore must nelle bibite apparentemente (CC Peach).

Poi i sapori si estendono ai più assurdi accostamenti come la sfortunata Coca Cola alla vaniglia (CC Vanilla) e quella al caffè (CC Blak) che con un sorso di questa ti sei già perso due notti di fila per l’insonnia da caffeina.

Nelle varietà internazionali, abbiamo la Mexi Cola, con un gusto simile all’originale ma “più naturale” dato che lo zucchero usato è quello di canna.

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Nei paesi asiatici non poteva mancare la Coca Cola al tè verde per ritornare alle origini del colore marrone (Cola Green Tea) che come accostamento mi è difficile da immaginare.

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Ce ne sono infine molti altri come l’Inka Cola, dal sapore dolce, fruttato e dal caratteristico colore giallo scuro/marrone chiaro che gli ha fatto avere il nome di Champagne Cola.

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Come sempre, se qualcuno ha provato qualcuna di queste versioni, ci lasci un commento qui sotto per farci sapere la vostra esperienza e commentate se valgono la pena o sono un’aberrazione dell’unico ed inimitabile sapore della Coca Cola Original.

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