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L’ORIGINE MUSULMANA DEL SANTO GRAAL

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Tutto ebbe inizio quando Wolfram rivelò il suo segreto. Di come il Parzival di Wolfram abbia un’evidente influenza musulmana in molti dei suoi riferimenti scritti. Ma è anche che secondo lo stesso Wolfram, il suo maestro provenzale Kyot avrebbetrovato la storia di Parzival scritta proprio in un manoscritto arabo.

Kyot de Provence o provenzale, fu il poeta, maestro cristiano di Toledo che fornì la fonte a Wolfram per elaborare il famoso romanzo arturiano Parzival alla fine del XII ed all’inizio del XIII secolo, e che lo ha reso così famoso.

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Wolfram così menziona e lo definisce nel libro 8 del suo Parzival, come il suo maestro e fonte. Dove spiega che Kyot avrebbe trovato la storia del Graal in un sconosciuto manoscritto arabo di Toledo, scritto dal saggio pagano Flegetams o Flegetanis, di padre musulmano e madre ebrea. Questo astronomo musulmano parzialmente ebreo e discendente di Salomone avrebbe trovato i segreti del Santo Graal scritti nelle stelle. Quindi, per secoli si è pensato che fosse custodito in un castello templare in alta montagna, vicino al cielo ed alle stelle.

Kyot dopo aver appreso la lingua araba (condizione necessaria per poter tradurre il manoscritto), viaggiò attraverso l’Europa ed arrivò ad Anjou, (una contea nella Francia occidentale) dove raccontò a Wolfram la vera storia di Sir Perceval e del Santo Graal.

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E poi, quello che “il suo maestro gli disse in francese, scrisse in tedesco” rielaborando artisticamente gli elementi che c’erano nella storia riguardo all’alchimia, al misticismo ed all’esoterismo. A quanto pare quindi è stato originariamente redatto da un astronomo, un ebreo dinome Flegetanis (persiano, dotto delle stelle).

Ma ci sono molte speculazioni sull’effettiva esistenza di Kyot e Flegetanis . Dimostrare se esistessero o meno risolverebbe il mistero e ci mostrerebbe la verità sui fatti. Ma verificarlo è complicato. Da un lato si ipotizza che Wolfram abbia usato nella sua narrazione un espediente letterario per attirare l’attenzione, una serie di anagrammi e giochi di parole per creare questi personaggi immaginari chiamati Kyot e Flegetanis . D’altra parte, ci sono riferimenti storici e personaggi che suggeriscono che Kyot e Flegetanis siano realmente esistiti.

Quindi potrebbe non essere una “storia”. Perché quando sono apparsi c’erano diversi “Kiots” in carne ed ossa.

Andiamo quindi a cercare di risolvere questo misterioso enigma ancora oggi senza risolvere, scavando nel passato e nelle prove che abbiamo a disposizione sull’esistenza del criptico mentore di Wolfram.

KYOT ESISTEVA NELLA CORTE DI MARIA DE CHAMPAGNE

Ricordiamo che la passione della regina Maria per la promozione della letteratura l’ha resa patrona di molti poeti di corte dell’epoca. Sono collegate a lei anche numerosi rumor secondocui suo marito discendeva dal lignaggio di Re Artù, che Camelot fosse in realtà Winchester ed è trovassero, per “caso”, le tombe di Arthur e Ginevra a Glastonbury molto vicine alla corte. Chiamò persino suo figlio Arturo immaginate, tutto questo per farvi capire quanto fosse fan di queste storie tanto da volerle addirittura farne parte.

GUIOT O GUYOT DI PROVINS

La presenza alla corte di Champagne (allo stesso tempo e nello stesso tribunale dove Chrétien aveva servito, di cui la regina era anche un mecenate) di un’altro trouvère è impressionante.

Ricordiamo che trouvère o trovatore, erano i poeti che usavano la lingua del nord della Francia, la langue d’Oil, a differenza del troubadour, che usava il provenzale, la langue d’oc, del sud, chiamata appunto Guiot o guyot di Provins.

Era un poeta e trovatore francese della città di Provins (simile alla Provenza) nella zona di Champagne. Alcuni studiosi lo identificano come Kiot, perché era chiamato Guiot de Provence, o provenzale (forse per questo motivo era presumibilmente originario della regione della Provenza), presunta fonte e maestro di Wolfram.

Di Guiot o guyot di Provins sono conservati solo 6 canti (c. 1180) dei molti da lui scritti. Ed a quanto pare giunse alla corte di Federico Barbarossa. In seguito divenne monaco, prima cluniacense, poi passò attraverso vari ordini. Scrisse principalmente opere satiriche sulla moralità per le quali era famoso. La sua opera principale fu la sua famosa Bibbia Guiot . Le “Bibbie” erano nella letteratura medievale le composizioni satiriche dei poeti francesi. Sappiamo che morì dopo il 1208.

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Guiot avendo viaggiato molto, attraverso molti paesi visitando la Germania, la Grecia, Costantinopoli e Gerusalemme; ed avendo conosciuto persone di ogni genere, si concesse la licenza, secondo lui, “in nome della verità e della morale”, di criticare i costumi del suo tempo. Tuttavia, per i Cavalieri Templari, tutto era lode ed ammirazione . Ma forse era così magnanimo con loro perché sappiamo che è possibile che abbia partecipato alla terza ed alla quarta crociata, quindi era più per tirarsi i complimenti da solo.

Guiot (il trovatore della corte di Champagne) potrebbe essere il Kiot di Wolfram che cerchiamo, il famoso maestro che trovò il testo originale di questa storia, scritto in arabo, negli archivi a Toledo.

Wolfram diceva che Kiot ” prima doveva imparare i segni magici, ma senza studiare l’arte della stregoneria nera non poteva ” decifrarlo. Ma “la sua fede cristiana lo ha aiutato, perché, se così non fosse, questa storia sarebbe ancora sconosciuta. Nessuna conoscenza pagana può rivelarci l’essenza del Graal (si riferirebbe alla quintessenza), né come è stato svelato il suo segreto”.

Forse ci troviamo di fronte all’uomo che stiamo cercando. Le coincidenze non mancano. Il nome Guiot è simile a Kiot, il fatto che fosse un poeta francese nello stesso periodo, e precisamente nella zona della Champagne, dove la regina Maria di Francia fungeva da mecenate ai letterati dell’epoca, lo rende un buon candidato. Aveva anche viaggiato molto, forse anche in Spagna, e poiché era un poeta è molto probabile che abbia visitato la Scuola dei Traduttori di Toledo.

Ma vediamo un altro candidato.

GUILLERMO DI TUDELA

Si ipotizza anche che Kyot possa essere stato Guiot riferendosi a Guillermo o Guillem di Tudela, religioso spagnolo e scrittore dell’ordine di Sant’Antonio che si recò a Montauban, in Francia nel 1199, dove soggiornò per undici anni, e dove avrebbe conosciuto Wolfram.

Fu cronista del suo tempo, nei suoi testi commenta alcuni avvenimenti in riferimento allo sterminio dei Catari nel sud della Francia, sulla città di Lavaur narrò: ” Più di 400 Perfetti e simpatizzanti furono condannati al rogo .” In quella stessa città abitava la Signora Girauda, della quale racconta come fu gettata nel pozzo mentre era incinta e fu lasciata a morire. La stessa fortuna ebbe suo fratello Eimeric con altri 80 cavalieri, riferendosi ai crociati dei quali commentò che “fecero una così grande strage, che crediamo se ne parlerà fino alla fine del mondo“, previsione che si realizzerà alla fine.

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Guillermo fu l’ autore della prima parte del poema (senza titolo che lo precede) con la struttura “cantar de gesta” (da cantare), “ Il canto della crociata contro gli Albigesi ” (che prendeva il nome dal suo contenuto, poiché non aveva un titolo ufficiale). Sebbene il suo contenuto sia chiaramente favorevole alla crociata, difende Raimondo Ruggero Trencavel, visconte di Carcassonne, dicendo che non era un eretico, ma un buon cattolico. Pertanto, Guillermo fu anche considerato un simpatizzante della causa catara.

BALDUINO, MECENATE DI GUILLERMO E DIFENSORE DEI CATARI

Inoltre, Guillermo aveva un mecenate e protettore, il conte ” Baudowin ” o Baldovino o Balduino di Tolosa che difendeva apertamente i Catari e partecipò a diverse battaglie per loro conto. Proprio Balduino fu il fratello bastardo del conte Raimondo VI di Tolosa che lo accusò di essere un traditore per aver partecipato alla battaglia di Muret e cercò il momento ed il modo per catturarlo e giustiziarlo.

Secondo la leggenda, quando partì con un gruppo di cavalieri dal suo castello di Lolmie, detto anche Saverdum (Saint Laurent Lolmie era un antico comune della regione dell’Occitania scomparso, fondendosi con altri due e creandone uno nuovo, l’attuale Lendou in Quercy), si ritrovò in un’imboscata.

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Baldovino ed i suoi uomini erano usciti per scrutare i territori dei Conti di Fox, situati vicino alla loro fortezza dove i crociati erano stati recentemente uccisi. Due signori di guardia della contea di Fox uscirono dal nascondiglio e li attaccarono improvvisamente, facendoli disperdere. L’agguato servì per catturare il loro capitano, Balduino, e lo consegnarono al fratello Raymond V, il conte di Tolosa. Prigioniero nel suo proprio castello di Saverdum, attese legato ad un albero la decisione del fratello Raimondo, che al suo arrivo lo accusò di tradimento e lo fece impiccare.

Il territorio di Saverdum siè evoluto nel tempo secondo le esigenze dei suoi abitanti. In origine era solo un insieme di fattorie e piccoli borghi sparsi nel territorio. Dall’XI secolo in cerca di protezione, si radunarono dietro le mura del Castello di Saverdun. Con il passare del tempo la sua popolazione crebbe e si espanse in altre contrade vicine, dove esistevano anche sistemi di difesa, alcuni naturali come rupi e fiumi, ed altri artificiali, come un altro castello, mura, torri di avvistamento ed i suoi famosi fossati o “palla”. Fino al suo ampliamento raggiunse il convento agostiniano, dove oggi si trova il municipio.

SECONDA PARTE DI Il Cantico della Crociata contro gli Albigesi”

La seconda parte fu composta da un altro autore anonimo, più colto di Guillermo, che continuò il poema scrivendo in occitano puro (la parte di Guillermo era un misto di occitano e francese, più freddo e più mediocre) per la maggior parte, 6.811 versi di un totale di circa 10.000, in lingua provenzale. Guillermo iniziò il poema nel maggio 1210 e smise di scriverlo nel febbraio 1214 (quindi non lo finì), dopo la morte del suo protettore conte Baldovino, e scomparve.

C’è solo un altro canto “de gesta” nella lingua d’oc (versione del sud della Francia), che ha curiosamente un tema navarrese (Navarra). È stato scritto da Guilhem Atelier, nato a Tolosa (Languedoc).

WILLIAM IL DIVINATORE

Lo stesso Guillermo, autore della prima parte (prologo) del poema, compare come sacerdote cresciuto a Tudela, e nel cobla (laisse) numero 9 del manoscritto numero 25425 delle collezioni francesi della Biblioteca Nazionale di Parigi cita: “ Comensa lo stanco che Maestre Guilhelms si addice a Us cleros qui fo in Navarra, a Tudela, noirit; Pois vint a Montalba, si cum l’estoria dit..”.

In seguito racconta di essere andato a Montauban (possibilmente con un membro della sua famiglia), e di esserci rimasto per undici anni, il dodicesimo anno partì acausa della devastazione che la sua geomanzia gliaveva mostrato e gli aveva permesso di prevedere il futuro: “S’i estet onze ans, al dotze s’en issit, Per la destruction que el conog e vic En la geomancia, qu’el a loc temps legit, E conoc que l païs er ars e destruzit, Per la fola crezensa qu’avian consntit, (…)”

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La geomanzia è stata una delle “sette arti proibite ” della divinazione, che utilizza l’ elemento della Terra. Riconosce l’esistenza di un’energia vitale che è latente e fluisce nella natura. La tecnica consisteva nel lanciare una manciata di sassi, sabbia o terra sulla superficie del terreno. Osservando i segni lasciati da questi elementi sulla superficie del terreno stesso, si poteva intuire il futuro.

Lui quindi si presentava come sacerdote e maestro, e spiegava che tra i suoi studi aveva coltivato l’antica arte della geomanzia e per questo aveva acquisito la capacità di predire il futuro (proprio questa competenza nel suo “curriculum” gli aveva permesso di attirare l’attenzione dei suoi successivi mecenati).

A sfavore del fatto che Guillermo sia il vero Kiot, ci sono due riferimenti, uno che in nessuna delle sue opere parla del Graal, e l’altro che, sebbene il luogo esatto della sua nascita sia sconosciuto (si sa solo che fu a “Tudela”), si presume che non sia nato nella regione della Provenza (Francia meridionale).

MIGUEL ESCOTO, EL KIOTDICHTUNG

Miguel Escoto è di fattorealmente esistito e potrebbe essere persino Kiot o kiotdichtung. Wolfram avrebbe potuto sceglierlo per uno dei suoi anagrammi o, se non ci ha ingannato ancora una volta, poteva essere benissimo il “vero maestro Kiot”.

Si sa che visse con lo zio e si recò all’estero per studiare all’università (fino al XV secolo non esistevano università in Scozia), ma non si sa con certezza quale fu la sua formazione, anche se doveva essere stata molto ampia.

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Fu filosofo, medico, alchimista ed astrologo medievale, e viaggiò in diversi luoghi tra cui in Italia, in particolare Bologna, si pensa che abbia potuto visitare il Nord Africa, poiché ci sono prove che probabilmente ebbe contatti con i Tuareg del deserto del Sahara.

Lo chiamavano Magister Michael Scotus, quindi si ritiene che fosse anche professore in qualche università. Ma la cosa interessante è che ci sono prove che lavorò alla Scuola di Traduttori di Toledo dal 1217 al 1220, dove tradusse testi dall’arabo e dall’ebraico in latino, alcuni di Aristotele, e numerose altre opere importanti, tra cui Spherae Tractatus del cosmologo Alpetragio andaluso.

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Fu anche famoso nel Medioevo come astrologo e si guadagnò rapidamente la reputazione di mago e negromante. Scrisse tre trattati di astrologia e gli sono attribuite diverse opere di alchimia.

Miguel Escoto potrebbe anche essere il nostro Kiot, a parte il nome, tutto il resto combacia.

IL SAGGIO FLEGETANIS

L’altro personaggio di cui è difficile dimostrare l’esistenza è il Saggio Flegetanis , il ” vero autore” della storia del Santo Graal.

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Un pagano di nome Flegetanis ottenne grande fama per la sua erudizione. Questo fisico (come venivano chiamati gli astrologi nei tempi antichi) proveniva dalla dinastia dei Salomone ed era di stirpe israelita. Nobilissimo da tempi antichissimi, fino al battesimo (…) Scrisse la storia del Graal. Per parte paterna, era un pagano (…) Flegetanis ha saputo esporci all’andirivieni delle stelle ed alle dimensioni delle loro orbite, fino a quando non tornavano ai loro punti di origine…. Da pagano, Flegetanis vide con i suoi occhi i misteri nascosti nelle stelle e ne parlò con grande timidezza. Ci disse che c’era una cosa chiamata Graal. Questo nome lo aveva letto chiaramente nelle stelle. (Libro IX).

Ma un saggio di nome Flegetanis è esistito davvero. E proprio a Toledo, dove Kiot ritrova il manoscritto che racconta la “vera storia” del Graal.

Tutto corrisponde. Toledo fu riconquistata un secolo prima del poema, scritto nel 1085. Pertanto, per parecchio tempo vi abitarono castigliani, ebrei, musulmani, mozarabi (cristiani di origine ispano-visigota) ed anche franchi (proprio come Kiot), che provenivano dal vittorioso esercito Alfonso VI. Questa circostanza rafforza il carattere orientale e di sincretismo che Wolfram segna al mito.

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Ma ci sono anche altri elementi che indicano Flegetanis come il vero autore della leggenda, indipendentemente dal fatto che questi siano stati messi nel Parzival apposta o meno.

Uno di questi dati è l’ illustre stirpe del saggio astronomo, nientemeno che la stirpe di Salomone. Salomone, oltre ad essere riconosciuto dall’Islam religioso come un grande profeta, si distinse all’interno dell’esoterismo islamico come modello esemplare di guida e maestro verso un peculiare percorso spirituale che era legato proprio alle scienze dell’ordine cosmico.

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E proprio Flegentamis è chiamato “fisico“, il nome con cui venivano chiamati in epoca medievale gli astronomi che interpretavano il significato delle costellazioni, anche mediante divinazione.

E un altro elemento è il fatto che fosse “pagano” (chiamavano così a coloro che si opponevano agli ebrei e cristiani definiti “protetti”), che a quel tempo erano musulmani.

Salomone fu per l’Islam un grande saggio ma anche un potente mago, il mitico e leggendario costruttore del Tempio di Gerusalemme e come simbolo era legato all’ordine dei Cavalieri Templari. Milites Templi Salomonis (Soldati del Tempio di Salomone) e custodi del Graal secondo Wolfram.

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Nel misterioso personaggio di Flegetanis esistono tutti questi nuovi elementi che si discostano nettamente dalle fonti celtiche. Forse questo è fatto apposta, per quanto incredibile possa sembrare, ma rimane plausibile che Kiot abbia scoperto la vera storia proprio a Toledo, dove innumerevoli persone confluivano in un unico crocevia e dove vi era un’abbondante mescolanza di credenze e culture.

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