Arte e Storia

LE PATATE: L’ALIMENTO DEGLI DEI

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LE PATATE: L’ALIMENTO DEGLI DEI

3ª/8 PARTE “LA LISTA NERA DELLE PIANTE PROIBITE”

Per gli indiani andini, la patata era un dono divino che evitò la loro estinzione e fornì loro la forza per difendersi dai loro nemici.

Secondo uno studio dell’Università del Wisconsin, la patata avrebbe potuto esistere già 8000 anni fa. Originaria del Sud America, in particolare delle Ande.

È noto che le popolazioni inca degli altopiani del Perù e della Bolivia la consumarono come alimento base per oltre 5.000 anni.

Secondo il conquistatore, storico e cronista andino Pedro Cieza de León, la prima volta che incontrarono questo tubero fu nella Valle Grita (Colombia) nel 1537, da allora fu introdotto e conosciuto in Europa ma il suo consumo umano fu introdotto con sospetto e sfiducia.

Cieza ne consigliò il consumo ma evitando una “magica” benedizione che i nativi facevano ai loro semi prima di essere seminati. In questo rituale, i contadini immergevano i semi di patate nel sangue di un vitello di lama giovane e impeccabile. Diego Dávila Briceño, governatore di Huarochirí, vicino a Lima, lo raccomandò come cibo ma proibì il rituale considerato idolatria.

Quando i conquistatori spagnoli in 1537 tornarono dalla Valle Grita, in Colombia, la stessa del cronista e conquistatore Pedro Cieza, raccontarono come gli indigeni mangiavano una sorta di testicoli che tiravano fuori dalla terra.

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Questo fatto viene narrato in un libro della Compagnia di Gesù scritto dal padre gesuita Giuseppe de Acosta tra 1540 e1600 circa.

Il primo registro scritto sulla coltivazione di patate in Europa proviene da un atto notarile redatto a Santa Cruz de Tenerife, nel 1567, dove si fa constare l’imbarco di diversi sacchi di patate in una imbarcazione belga con destino ad Amberes. In generale fu il cibo dei diseredati ed emarginati, come anche delle bestie.

Si diceva che ingrassava i braccianti e i poveri, e che i maiali con esse “facevano un’ottima pancetta“. Il cibo dei poveri si considerava la patata.

Ed nel 1570 si consta che fu consumata nell’ospedale di una comunità religiosa di Siviglia, Spagna. In generale fu consumata in epoche di miseria e guerra e per tanto fu cibo anche per i soldati.

La patata fu portata dal Nuovo Mondo insieme al mais nel secolo XIV ma inizialmente fu coltivata per l’alimentazione del bestiame.

Come tutte le piante esotiche portate dall’America all’inizio erano regali per decorare i giardini. La prima patata che entrò in Italia fu presentata al papa Pio IV in dono dal re di Spagna Filippo II in 1565.

In Italia all’inizio furono chiamati “tartufoli”, tartufi. In 1567 Papa Pio IV portò una pianta di patata nei Paesi Bassi e la regalò a Philippe di Sivry il quale la mandò a portare al Giardino Botanico di Vienna. Il suo direttore Charles de l’Eclusela la chiamò “Patate peruviarum” e la coltivò assieme al pomodoro.

Inizialmente in Europa fu considerata come una rarità decorativa che coltivavano non per le loro radici.

Il clero e i potenti la coltivavano per mangiare i suoi frutti, non le radici.

Questo a volte causavano mal di stomaco o avvelenamento, e così iniziarono i pregiudizi contro la patata.

Fu considerata colpevole di parassiti o malattie veneree durante due secoli. Si pensava che trasmettesse sifilide, tubercolosi, rachitismo e persino obesità, questa ultima convinzione che esiste anche oggi. Passò molto tempo prima che diventasse cibo europeo.

Ovvero la sostituzione del grano che era la base della alimentazione.

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“Fiore di patata”

La sua somiglianza con la belladonna, la quale pianta si sospettava che contenesse una sostanza magica e velenosa che veniva usata dalle donne nel Medioevo per dilatare le pupille ed abbellire l’aspetto, fece in modo che venissero aggiunte nella lista nera delle piante vietate. In effetti la belladonna contiene atropina, una sostanza alcaloide che attualmente viene usata in oftalmologia e che ha una amplia varietà di effetti.

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“Belladonna” fiore

Si credeva che le streghe l’usassero come unguento e che gli dessero il potere di volare.

La Santa Inquisizione spagnola (la quale aveva già precedenti in istituzioni similari già esistenti in Europa dal secolo XII, come quella della Francia nel 1148) perseguitava tutti i tipi d’eresia e la stregoneria era molto legata ai “poteri magici” delle piante.

Nell’archivio storico nazionale dell’ Inquisizione spagnola di 1604, si fa constatare un episodio accaduto in Cadice, Spagna, riferito ad un ragazzo di 15 anni, Ambrosio Guillermo.

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Nello stesso scritto si racconta che mentre il ragazzo era alla messa domenicale, nel momento della consacrazione alzò una fetta di patata. Poi mangiò la patata e bevve un bicchiere di vino.

Questo fatto fu considerato sacrilegio per la Santa Inquisizione e nello stesso registro si raccontano molti altri sacrilegi. Secondo l’antropologo americano Robert E. Rhoades, famoso per il suo lavoro al National Geographic, il clero scozzese proibì ai suoi parrocchiani di coltivare le patate perché lo consideravano un cibo non degno per consumo umano, poiché la Bibbia non ne aveva fatto menzione.

La prima edizione dell’enciclopedia britannica pubblicata nel 1768 e nel 1771 afferma che si trattava di un cibo demoralizzante, persino un gruppo di attivisti cercò di bandire la patata dal suolo britannico.

Secondo Jose´A. Ferrer Benimelli, in un registro ritrovato si fa constatare che in una delle navi salpate dalle Isole Canarie, che portava i gesuiti espulsi dalla Spagna per ordine del re Carlos III verso il Nuovo Mondo, un abate imbarcò nella nave per dar loro da mangiare tra le altre cose, 3 sacchi di patate.

Questa congregazione fu espulsa dal regno di Spagna in 1767, 17 anni prima che un reale decreto firmato da Carlos III consigliasse il consumo della patata.

In effetti la lunga conservazione della patata la faceva essere molto utile per i viaggi.

libro antico

Quando ancora la patata era considerata fondamentalmente un “alimento per suini”, nella pubblicazione del 4 febbraio di 1797 del “Seminario d’agricoltura ed arti diretto alle parrocchie“, rivista fondata per ordine di Godoy, nel volume XV, dove abitualmente erano scritti gli ordini superiori per i sacerdoti che indicavano le regole spirituali da seguire, apparve una curiosa:raccomandazione l’utilità delle patate come cibo umano per il resto della popolazione” firmata da un anonimo con iniziali B.L.M. cappellano di Linares (Linares de Riofrío) nel vescovato di Salamanca, Spagna.

LA PATATA NELLA MITOLOGIA ANDINA

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“Machu Pichu” Perú, Ande

Secondo la mitologia andina, per migliaia di anni i temuti coltivatori di quinoa dominavano i popoli degli altipiani delle Ande.

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“Quinoa” cultivazione

Il suo clima arido che proporzionava l’altezza delle sue montuosità non permetteva altro da crescere. I dominatori decisero di lasciarli morire di fame diminuendo ancora di più le porzioni.

Disperati i popoli implorarono gli dei, che mandarono semi rotondi e carnosi. Di questi nacquero piante con fiori blu. I loro nemici li lasciarono fare convinti che non sarebbe uscito nulla di mangiare e se fosse stato il contrario li avrebbero strappati via.

Quando le piante ingiallirono, trascinarono i campi togliendo ciò che era rimasto della pianta che poteva essere commestibile. Sconsolati con nulla di cui nutrirsi, implorarono gli dei ed essi risposero dicendo loro di rimuovere la terra e di togliere i loro frutti nascosti per poi nasconderli dagli uomini malvagi.

Per un tempo nasconderono il raccolto finché non diventarono forti. Poi decisero di attaccare i loro invasori, i quali fuggirono e non tornarono mai più.

Curiosamente nella guerra dei Trenta Anni, successe qualcosa di simile. I tedeschi piantarono patate nei campi devastati appositamente, per far recuperare la popolazione che si era ridotta al 30%.

Un’altra storia mitologica andina racconta ciò che li era successo ad una donna sopravvissuta dei primi andini.

In tempo di miseria, una donna vagò affamata fino a quando non restò esausta senza forze, a quel punto si addormentò. Gli dei fecero un figlio, ma quello morì appena nacque. I suoi resti furono dispersi nella terra.

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Poco dopo dal terriccio iniziarono a crescere delle piante, e dai denti, crebbe il mais. Dalle ossa lunghe, la manioca, e dai testicoli, le patate. Degli occhi e della testa, altre piante commestibili.

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Gli dei ricompensarono gli uomini e con la promessa che mai più avrebbero passato la fame.

CREDENZE POPOLARI

Prima di iniziare a seminare, gettare la prima patata dietro la schiena in modo che ne produca molte e grandi. I contadini avevano un magnete di pietra; con quello, secondo loro la semina aveva una produzione migliore.

Non gettare le bucce di patate al mare, perché le coltivazioni successive verranno male.

Non contare le patate, sennò, non ne avrai mai in abbondanza.

Se una patata cade durante la cottura, una visita arriverà.

Se viene trovata una donna che semina patate, qualcosa di cattivo succederà.

Non seminare nella fase crescente della luna, sennò le patate verranno con radici.

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