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PERCHÉ NON CONVIENE DIRE I NOSTRI PROGETTI

PERCHÉ NON CONVIENE DIRE I NOSTRI PROGETTI

Sicuramente vi sarà successo qualche volta, a me di fatto tante volte. Abbiamo una idea, un progetto, e la prima cosa che facciamo è andare pieni di illusione a raccontarglielo a qualcuno della nostra cerchia di amici e familiari.

Dopo, senza sapere come ne perché, non si realizzano le cose come volevi e non raggiungi i tuoi obbiettivi.

Perché succede questo? Ti sembrerà strano, ma succede principalmente perché hai reso pubblico il tuo obbiettivo.

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Dunque, al contrario di quello che possa sembrare, il fatto di andare a raccontare alla gente che conosci quali sono i tuoi sogni o mete non è una buona idea. Ora ti racconto perché.

Ci sono molti motivi per i quali decidiamo raccontare agli altri quali sono i nostri progetti ed idee.

In generale quando ci viene una idea, un progetto da realizzare, sentiamo l’impulso immediato di comunicarlo a qualcuno per condividere l’allegria e l’illusione che sentiamo. Che bello quando ci congratulano! Sentiamo un’emozione molto gratificante.

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Beh! Cattive notizie, sicuramente questo sarà la causa del tuo fallimento.

Precisamente quella sensazione di soddisfazione sarà quella che ti porterà ad non impegnarti con lo sforzo che richiede per arrivare al tuo obbiettivo. Più avanti comprenderai perché.

Dunque può essere che vogliamo comunicarlo semplicemente per fare “i fighi” con gli amici o compagni, mostrandogli qualcosa di interessante che vuoi fare. Addirittura in certe occasioni, sentiamo proprio “il bisogno” di comunicare i nostri progetti per sentirci appoggiati e più fiduciosi.

La cosa peggiore è che con molta frequenza, nel fare questo non si sa perché, ma dopo non raggiungiamo quello che volevamo. Ed il buffo è che c’è sempre la stessa costante: il fatto di averlo reso pubblico.

E come già abbiamo chiarito questo è precisamente la causa principale per la quale non raggiungi i tuoi obbiettivi.

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Non te lo dico soltanto io, nel 2009 un interessante articolo nel Psychological Science, mostrò i risultati di un esperimento sociale, nel quale dimostrava questa stessa conclusione.

Supponiamo che per il prossimo corso hai deciso di iniziare una carriera, quella che da sempre ti ha interessato, o che ti proponi una volta per tutte di raggiungere il tuo peso forma ed toglierti quei chili in più che ti porti dietro da tempo.

Tu, tutto contento vai e lo racconti ai tuoi amici. Loro evidentemente si congratulano con te e ti incoraggiano nella tua decisione.

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Dopo però per qualche ragione, il lunedì scelto per cominciare la dieta, si rimanda al lunedì successivo, e così successivamente; o nei mesi prima dell’iscrizione al corso, vai perdendo interesse per quella carriera che prima ti interessava tanto.

Il finale, lo conosciamo, l’abbiamo visto in tante occasioni: non raggiungi il tuo proposito, vero?

Sai perché non lo raggiungi? Perché al dirlo ad altre persone, in qualche modo hai già ricevuto il compenso che speravi nel raggiungerlo.

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I tuoi amici, i tuoi conoscenti, già ti hanno riconosciuto il merito, ti hanno dato anticipatamente ed in parte la gratificazione che speravi raggiungendo la tua meta.

Si sono congratulati con te per qualcosa che ancora non hai fatto ne hai raggiunto, però in qualche modo è diventato una “realtà sociale”.

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Qualcosa di simile succede quando tentiamo di arrivare ad un accordo con i nostri figli. Se siete genitori sicuramente più di una volta vi siete ritrovati in questa situazione.

Cerchiamo di convincergli di fare qualcosa che sappiamo essere conveniente per loro e gli promettiamo un premio alla fine.

Noi nella speranza che si compromettano a farlo ugualmente, accettiamo e glielo diamo prima che compiano con quanto accordato. Beh, quante volte siamo stati imbrogliati! Vero?

Certo, se ricevi prima il premio, perché dovresti scomodarti dopo a realizzare qualcosa per la quale già hai ricevuto un compenso.

Qualcosa del genere succede quando riceviamo felicitazioni e complementi anticipati, ci da l’impressione che abbiamo già raggiunto il nostro obbiettivo.

Pare che le nostre amiche già ci vedano più magre, come se già per il fatto di averlo detto già avessimo raggiunto il peso forma. Quando in realtà non è così.

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Lo stesso accade quando ci felicitano per la nostra futura carriera, pare che già ci considerano architetti, o ingegneri. Ma se nemmeno abbiamo iniziato la prima lezione!

In qualche maniera abbiamo già ricevuto uno dei compensi per i quali abbiamo deciso di fare quel progetto. Abbiamo raggiunto il nostro scopodi identità pubblica.

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La riconoscenza anticipata di qualcosa che ancora non abbiamo raggiunto, ci toglie in parte la motivazione per la quale abbiamo deciso di realizzare quel progetto.

Si genera un’emozione di sostituzione. Nel 1926 Kurt Lewin, fondatore della psicologia sociale lo chiamò così.

Quando annunciamo la nostra intenzione di comprometterci con un obbiettivo di identità in pubblico, quel annuncio è controproducente.

Perché incoscientemente si perde la motivazione e compaiono ostacoli interni che impediscono il conseguimento del tuo obbiettivo.

Al momento ci sentiamo che abbiamo ricevuto in parte il compenso che speravamo, la riconoscenza dei nostri amici e conoscenti, finalmente abbiamo l’attenzione di nostro intorno sociale.

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Però effettivamente rimaniamo uguali a prima. Per questo ci sentiamo frustrati ugualmente, perché in realtà non abbiamo raggiunto quello che volevamo, e lo sappiamo.

Quando decidiamo di fare qualcosa, lo facciamo per diversi motivi. Se raggiungiamo prima la gratificazione per qualcuno di questi, evidentemente ci demotiviamo in parte.

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Questo fa sì che ci voglia ancora più sforzo per raggiungere quello che volevamo. Non troviamo sufficiente motivazione per eseguire lo sforzo che richiede raggiungere la nostra meta.

Quando pianifichiamo di fare qualcosa, il nostro progetto diventa il nostro obbiettivo. Ma arrivare a raggiungerlo richiede di percorrere una strada. Un processo per il quale si deve passare prima di raggiungerlo. Questo processo spesso richiede tempo e sforzo. E per quello abbiamo bisogno di essere sufficientemente motivati.

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Se ci togliamo dall’inizio una parte di quella motivazione, indubbiamente ci costarerà di più e di conseguenza la probabilità di raggiungere il nostro obbiettivo è minore.

L’INFLUENZA “NEGATIVA” DEGLI ALTRI

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Può sembrare il contrario, ma dietro ad un sorriso, non sempre c’è una buona intenzione. Diciamo le cose come stanno, a volte quello che consideri un amico, può star desiderando nel profondo o “in superficie”, il tuo fallimento.

Per molto che ci costi ammetterlo, a volte non sempre i nostri amici, conoscenti o famigliari capiscono le motivazioni dei nostri desideri.

Non sempre ci sostengono ed vogliono “il nostro bene” obiettivamente.

Nel comunicare il nostro progetto a certe persone non abbiamo indubbiamente la garanzia della sua lealtà verso noi, corriamo un grande rischio.

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Noi nel pianificare un obbiettivo che tanto ci fa allietare, proiettiamo intorno a noi, per così dire, un campo energetico positivo.

La scienza ce lo spiega meglio; siamo circondati da un campo elettromagnetico che si modifica secondo il nostro stato mentale ed emozionale.

I nostri pensieri si proiettano in forma d’energia che sono le nostre emozioni e queste le possiamo sentire e gli altri anche.

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Quando proviamo allegria, pensieri creativi ed ottimisti, ovvero emozioni positive, emettiamo onde alfa, segregando maggiori livelli di serotonina, diminuiamo lo stress ed abbiamo maggiore capacità d’apprendimento e di risoluzione dei problemi.

Per tanto le nostre emozioni sono poderose. Sono pura energia, molto utili e benefiche, che dobbiamo utilizzare per raggiungere i nostri scopi.

Questa energia positiva ci può portare a fare cose molto vantaggiose per noi e ci apporta benessere alla nostra vita.

Però nello stesso modo che a te ti produce buone “vibrazioni ad altri può darsi gli produca l’effetto contrario, per altre motivazioni interne personali, per esempio, perché quel giorno è arrabbiato per qualcosa in cui non centri tu, o semplicemente per convenienza o comodità propria.

Il fatto che tu decida di affrontare una sfida, la quale ti può portare al successo, può indurre emozioni negative in un altra persona.

La sua irritazione, inquietudine o timore repentino produce onde beta. Di fatto può sentire invidia, è molto tipico, ma anche risentimento, rabbia o gelosia, apparentemente ingiustificati, però che di fatto sono lì.

Quella persona, genererà attorno a sé un campo negativo d’emozioni, contrarie ai tuoi desideri ed aspirazioni, che possono mettere in pericolo il ragggiungimento del tuo progetto.

Anche se ti sorride, in realtà non conosci i suoi pensieri ed emozioni, e pertanto nemmeno le sue intenzioni.

Non puoi valutare fino a quale punto possono influenzarti le sue emozioni negative.

Quello che è vero, è che cosciente o incosciente genererà attorno a lui/lei “cattive vibrazioni”, che possono far fallire i tuoi propositi, influenzando le tue emozioni con dubbi e “cattive sensazioni”.

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È consigliabile allontanarsi da quelle persone o meglio ancora non dire nulla dei tuoi propositi anticipatamente.

QUANDO NON CI COMPRENDONO: OGNUNO PENSA PER SÉ

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Quando decidiamo di realizzare un progetto, evidentemente siamo anche mossi da desideri e motivazioni interni che a volte sono sconosciuti agli altri.

Questo è il motivo per il quale in occasioni i nostri propositi possono “piombare” inaspettatamente provocando sorpresa nel nostro intorno famigliare o sociale.

sorpresa

Succede per esempio nel tipico caso del giovane al quale le piace cantare. Un giorno realizzi che vuoi presentarti in qualche talent show, perché credi di avere abbastanza possibilità.

La proposta può sorprendere il tuo circolo sociale di tanti modi e provocare differenti reazioni di risposta.

Per esempio, può essere che la tua famiglia non ti appoggi. Tua madre può pensare che è una delle “tue baggianate da bambino”, e che “passerà con il tempo”; tuo padre invece può darsi che ti dica che “devi pensare più al tuo futuro e non in queste sciocchezze” e che “quello non ti darà da mangiare”; e tua sorella maggiore potrebbe dirti qualcosa del genere: “ma se tu canti malissimo!”.

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Anche se potevi intuire le loro reazioni, nel profondo, speravi nella loro comprensione e sostegno, almeno “in questo che ti faceva tanto felice”.

Speravi di trovare negli altri la fiducia che ti mancava. È normale. Però questo è un altro argomento del quale parleremo più avanti.

Ma, perché succede questo?

Beh, per una semplice ragione. Ognuno vede le cose dal suo punto di vista, ovvero dalla propria prospettiva.

Anche se sembra strano, non sempre tra famiglia o amici esiste lo stesso modo di percepire e di avvalorare le cose.

L’opinione delle persone sono con frequenza mosse per motivazioni interne proprie, anche quando sono nello stesso intorno o legati affettivamente.

Per questo, può darsi che l’opinione di tua madre sia motivata dalla convinzione che quel progetto le provocherà scomodità perché dovrà accompagnarti alle classi di canto; e tuo padre può credere che sia una perdita di tempo e denaro; e tua sorella può essere motivata semplicemente per l’invidia che teme gli causerà il tuo successo se raggiungi l’essere popolare ed interessante, molto più che lei.

In questo caso il rifiuto è diretto, lo vedi e lo ascolti. Però a volte il rifiuto esiste anche dietro ad un “sorriso. Non dimenticarti.

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Succede spesso quando comunichiamo il nostro proposito ai nostri amici, con loro si suppone che il nostro progetto sarà salvo. Dovrebbero conoscerci e sapere quanto è importante per noi, e per questo speriamo nel loro appoggio incondizionato. In realtà non è sempre così.

Di fatto riceviamo il loro appoggio, è vero, e con molto entusiasmo. Un entusiasmo che passa a scherzi e poi ai dubbi che inesorabilmente ti portano a desistere. In quel momento non sappiamo bene perché, ma è così.

Ti è successo qualche volta di raccontare ad un amico il tuo progetto di fare un negozio in proprio?

Non la sai perché, ma dopo averlo fatto, pian piano, le circostanze ti hanno portato a non poter realizzare il tuo progetto.

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E avevi il loro appoggio, almeno in apparenza. Non sai dire perché, però ti è rimasto un dubbio, il quale ti suggerisse che non ti appoggiava del tutto, e peggio ancora, che qualcosa di questo ha avuto a che fare con il tuo fallimento. Lo sai, però non puoi dimostrarlo, vero?

Sembra pura paranoia, ma in realtà ha un perché.

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Come abbiamo detto, le persone sono mosse anche incoscientemente da motivazioni interne. Per questo a volte non dimostrano quali sono i loro desideri o intenzioni reali. A volte nemmeno loro stessi sono coscienti di sè.

Una persona può essere un buon amico in determinate occasioni, ma se si presentano altre circostanze, può avere reazioni che non ti aspettavi. Quante delusioni abbiamo avuto!

Mossi per l’invidia o per l’inconvenienza che presuppone il tuo successo.

Può darsi che il tuo successo metta in evidenza la sua incapacità per raggiungere qualcosa di simile; lo mette in difficoltà. Senza volere, questa circostanza lo mette in paragone con te e di conseguenza in una inaspettata competizione.

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In qualche modo, hai perturbato il suo stato d’equilibrio. Ti spiego come.

LA NOSTRA ZONA DI “COMFORT” INSIEME AGLI ALTRI

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Il fatto che tu abbia pianificato qualcosa per raggiungere un obbiettivo, richiede un processo che inizia nell’azione di uscire dalla tua zona di comfort. Una zona sicura e conosciuta, dove sono abituati a vederti gli altri e dal quale loro si confrontano con te.

Se tu esci ed inizi una strada che ti può portare al successo, anche se è in una cosa irrilevante o che non abbia interesse per gli altri, ma per te risulta essere importante, perché semplicemente è il tuo desiderio e la tua decisione; in qualche maniera metti loro in una situazione scomoda. Non dovrebbe, ma è così. Ti spiego perché.

Qualcuno può avere direttamente invidia, altri si possono sentire diminuiti per il semplice fatto che tu hai coraggio ad intraprendere una sfida, nella quale loro sarebbero incapaci di esporsi.

Ma sopratutto, muovi il famoso “listello”, alzi il livello e squilibri lo stato di comfort di tutti quelli del tuo circolo sociale. Alzi uno scalino più, provocando un sentimento di competizione.

Fondamentalmente non vogliono che tu lo faccia, non tanto perché ti vogliono male, ma perché semplicemente li stai disturbando.

Loro sono comodi nella loro zona di comfort, insieme a te ed a tutti gli altri. Hanno tutto sotto controllo e non capiscono, perché tu devi e perché loro devono scomodarsi.

Beh, il problema c’è l’hanno loro, le tue decisioni non dovrebbero causare nessun inconveniente a nessuno, ma è così.

Il fatto è che a volte, un amico viene comodo averlo vicino. Ed il fatto di raggiungere il successo in qualcosa, può significare il distanziamento, non solo fisico ma anche emozionale.

Semplicemente hanno paura di perderti, di dover prescindere da quello che tu apporti nella relazione. Sembra egoista, e può darsi che così sia.

madre figlia

Questo succede anche con le persone che più ci vogliono bene, per esempio, le madri. In occasioni sono troppo protettive”, a tal punto da non lasciar spazio al proprio figlio per realizzarsi nelle sue passioni. Ma questo è un altro tema, che tratterremo in un altra occasione.

Quello che succede è che gli “altritentano, cosciente o incoscientemente che tu ritorni nella zona di comfort.

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Può darsi che lo dicano direttamente con frasi come: “mah, com’è che adesso vai a fare questo? Sei diventato matto? Se nemmeno…” o “non ci riuscirai, non hai sufficiente talento, ci sono molti migliori di te”, “conosco Piero, che ci ha provato, ma ha perso tutto, è molto difficile”, “non me sembra una buona idea per te, sarebbe meglio…

In generale questi commenti diretti o indiretti che siano, sono un grande pericolo, perché finiscono per essere accettati come un suggerimento valido, modificando il tuo approccio iniziale.

Inoltre gli altri tentano di disanimarti e scoraggiarti di una maniera incosciente e molto sottile, nemmeno loro stessi quasi si rendono conto che stanno dimostrando il loro disaccordo.

Insieme ad un sorriso, un piccolo movimento delle labbra, mostra un’inapprezzabile cenno di dubbio. Tu non te ne rendi conto, all’inizio. Ma pian, piano, il tono di una parola, il loro atteggiamento te ne da prova. Ti accorgi, senza sapere in quale modo, che ti stanno inviando messaggi contraddittori che ti generano dubbi.

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Cosciente o incoscientemente, questi dubbi finiranno influenzandoti, in maggiore o minore misura. Queste “cattive vibrazioni”, pian, piano, generarono dubbi e ti porteranno a demotivarti, provocando l’ abbandono del tuo progetto, addirittura prima di cominciare.

L’INDIPENDENZA EMOZIONALE TI FARÀ RAGGIUNGERE I TUOI OBBIETTIVI

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Se hai dei dubbi che quella persona possa realmente comprendere i tuoi propositi, è preferibile prescindere del suo appoggio e non dirselo. Ti assicuro che ugualmente potrai raggiungere quello che vuoi.

In generale è meglio non dire a nessuno dei tuoi progetti ed idee.

Perché spendere le tue energie e tempo nel raccontare agli altri i tuoi obbiettivi, se questo non ti apporta niente di utile ne nessun beneficio?

Ci sono soltanto tre casi nei quali può raccontare i tuoi progetti:

  1. Quando sai con certezza che la persona è leale a te e ti comprende.
  2. Quando siete uniti in un progetto comune, ed entrambi desiderate e lavorate per uno stesso obbiettivo.
  3. Quando possa risultare conveniente conoscere altri opinioni, suggerimenti o critiche costruttive che possano aiutare a rilevare errori nel tuo progetto o migliorare sostanzialmente il risultato.
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Evidentemente nel terzo caso, può rivolgerti ad un professionale, così saprai con certezza che non influenzerà negativamente nel tuo progetto, però a volte può esistere nel tuo intorno sociale qualche persona, che per la sua obbiettività e discrezione può essere utile per raggiungere il tuo proposito.

Certamente, in tutti casi è imprescindibile avere una sufficiente indipendenza emozionale ed obbiettività tale che permetta scegliere i suggerimenti che possono essere utili e scartare quelli che invece risultino non convenienti, senza che ci condizionino le critiche, tanto se sono positive come negative.

Ci sono ricerche nell’ambito psicologico che suggeriscono che avere una identità particolare è un buon movente per potere realizzare le azioni che si richiedono per arrivare al successo di un progetto.

Raggiungere un proposito, richiede sempre pazienza, tempo e sforzo. Un processo di lavoro per il quale si deve passare per ottenere il successo.

Nel far pubblico il tuo progetto o idee, ti farà percepire un’illusoria realtà sociale di aver già raggiunto il tuo obbiettivo.

La mente spesso confonde le parole con i fatti. È meglio aspettare e sentire la vera soddisfazione quando arrivi al tuo obbiettivo.

Perché se senti quella soddisfazione prima di arrivare al traguardo, sarai meno motivato per fare il lavoro e lo sforzo che richiede per arrivare dove vuoi.

Ci conviene resistere alla tentazione di annunciare il nostro obbiettivo, anche se questo comporta ritardare la gratificazione che ci da il riconoscimento sociale.

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Però se non possiamo evitare di dirlo, per le circostanze o per altri motivi, possiamo comunicarlo in tal modo che non ci dia soddisfazione.

Per esempio: “Sì, ho deciso di mettermi a dieta, però non sarà per niente facile! Oltre ad evitare i dolci, devo ridurre il pane che tanto mi piace. In più, devo fare ginnastica due volte alla settimana e camminare almeno per tre chilometri al giorno. Malgrado ciò devo farlo lo stesso! Sennò, come mi entrerò nel bikini questa estate?

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Per tutto quanto detto prima, la prossima volta che sentiamo la voglia di raccontare i nostri progetti o idee a qualcuno, la miglior risposta sarebbe…il silenzio.

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